Il Mandarino dà il nome sia all’albero, appartenente alla famiglia delle Rutaceae, sia al frutto che esso produce. Come il pompelmo, il limone e l’arancio, il mandarino è un vero e proprio agrume, contrariamente ad altri frutti derivanti da incroci botanici (vedi ad esempio il Mapo).
La varietà di mandarino emblematica del territorio italiano è il tardivo di Ciaculli, originario della Sicilia nei dintorni di Palermo.
Il frutto è ricco di vitamina C, zuccheri, acqua e sali minerali (potassio): dato il carico glicemico e l’apporto calorico notevole il mandarino va consumato con moderazione in caso di diabete.
È un ottimo coadiuvante per combattere la stipsi, in quanto contiene una buona quantità di fibra alimentare.
Gli ibridi più conosciuti sono il Mandarancio, le Clementine (un incrocio tra il mandarino e il mandarancio) ed il Mapo (un incrocio tra il mandarino e il pompelmo).
Il mandarino è ampiamente utilizzato anche in ambito cosmetico: dalla sua buccia viene estratto un olio essenziale, utile per la preparazione di prodotti che contrastano la cellulite e per eseguire massaggi che combattono la ritenzione idrica e le smagliature. La buccia, utilizzata per la preparazione di macerati oleosi da applicare sulla pelle, tonifica i tessuti rendendoli più elastici attraverso il massaggio.
Ricco di proprietà disinfettanti, contribuisce ad allentare la tensione nervosa: in aromaterapia viene infatti impiegato al fine di favorire una sensazione di benessere.
La versatilità di questo piccolo frutto non finisce qui: la sua buccia – una volta essiccata- è utilizzata anche a scopo decorativo e per preparazione pot-pourri profumati, insieme ai fiori secchi.
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