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Rischio di trombosi: ecocolordoppler venoso

Amico Dottore di Amico Dottore
15 Agosto 2018
in Angiologia
0
Controllo del rischio trombosi

Il termine trombo indica la presenza di un coagulo di sangue che aderisce alle pareti sane dei vasi, in particolare di quelli arteriosi, venosi, capillari o coronarici. Il trombo è una condizione potenzialmente grave, infatti se raggiunge dimensioni significative può ostruire il lume del vaso e bloccarne il flusso. La condizione peggiora ulteriormente nel momento in cui i trombi vanno ad occludere grossi vasi arteriosi, privando di ossigeno e nutrimento parti più o meno importanti di organi vitali, fino a causarne la necrosi. Se il trombo interessa una vena (trombosi venosa) porta ad una stasi circolatoria con comparsa di edema, quindi ad un accumulo di liquido negli spazi tissutali presenti tra una cellula e l’altra, causando un anomalo rigonfiamento degli organi o delle regioni interessate.

Diversi fattori sono in grado di aumentare il rischio di trombosi, tra di essi ricordiamo:
⦁ Stare seduti o a letto per periodi protratti, anche per questioni mediche come un ricovero ospedaliero o una paralisi. Se le gambe rimangono ferme troppo a lungo, i muscoli dei polpacci, che in condizioni normali aiutano il sangue a circolare, non si contraggono, portando così alla formazione dei trombi all’altezza dei polpacci.
⦁ Malattie ereditarie della coagulazione. Questa malattia fa coagulare il sangue più facilmente, ma può rimanere silente fin quando non si presentano altri fattori di rischio concomitanti.
⦁ Lesioni od interventi chirurgici. Le ferite e le lesioni alle vene, come pure gli interventi chirurgici, possono rallentare la circolazione sanguigna, aumentando il rischio di formazione di trombi. Gli anestetici generali usati durante gli interventi chirurgici possono far dilatare le vene, aumentando il rischio di ristagno del sangue e di formazione di coaguli.
⦁ La Gravidanza aumenta la pressione all’interno delle vene del bacino e delle gambe. Le donne che soffrono di disturbi ereditari della coagulazione sono particolarmente a rischio, che si protrae anche fino a sei settimane dopo il parto.
⦁ Tumore. Alcuni tipi di tumore aumentano la quantità dei fattori di coagulazione presenti nel sangue, cosi come alcuni tipi di terapia contro il cancro possono aumentare il rischio di comparsa di trombi.
⦁ Insufficienza cardiaca. I pazienti che soffrono di insufficienza cardiaca sono a rischio di trombosi perché se il cuore è danneggiato non pompa il sangue con la stessa efficienza di un cuore normale, e quindi aumenta la possibilità che il sangue ristagni e si coaguli.
⦁ Pillola anticoncezionale o terapia ormonale sostitutiva. I contraccettivi orali o le terapie ormonale sostitutive possono facilitare la coagulazione sanguigna.
⦁ Pacemaker o catetere inserit in una vena possono irritare la parete del vaso sanguigno e rallentare la circolazione.
⦁ Precedenti personali o famigliari di trombosi venosa profonda o di embolia polmonare. Se in passato voi o qualche vostro famigliare avete già sofferto di trombosi, avrete maggiori probabilità di soffrirne anche in futuro.
⦁ Sovrappeso o obesità. I chili di troppo fanno aumentare la pressione nelle vene del bacino e delle gambe.
⦁ Il fumo influisce sulla coagulazione del sangue e sulla circolazione, facendo aumentare il rischio di trombosi.
La trombosi venosa profonda è molto pericolosa, soprattutto perché è asintomatica nella maggior parte dei casi,  gli unici sintomi che possono manifestarsi sono: dolore agli arti, gonfiore della gamba, della caviglia o del piede, rossore e aumento della zona colpita, gonfiore delle braccia o del collo. Nei casi più gravi possono comparire anche macchie sulla pelle, edemi negli arti inferiori, forte dolore alle gambe. Quando il trombo raggiunge i polmoni e provoca embolia polmonare, i sintomi sono mancanza di fiato, dolore al torace, vertigini, capogiro, svenimento, catarro con tracce di sangue, ansia o nervosismo. In questo caso non si deve aspettare, è necessario recarsi immediatamente al pronto soccorso. Gli esami che possono aiutare nella individuazione e localizzazione di trombi sono l’ecocolordoppler, la TAC, la risonanza magnetica, la venografia o gli esami del sangue.
Vi parleremo oggi dell’ecocolordoppler venoso degli Arti Inferiori che ci permette di valutare la funzionalità delle vene delle gambe. Grazie a questo esame si evidenziano elementi quali incontinenza, reflusso e presenza di trombi venosi superficiali o profondi. Le vene degli arti inferiori sono deputate al drenaggio dei liquidi dalle estremità degli arti stessi verso il cuore. La patologia che con maggior frequenza può interessarle è l’insufficienza venosa o l’incontinenza che si può manifestare con gambe gonfie, edematose e vene varicose. Ad essa si aggiunge la tromboflebite che trova un fattore di rischio importante proprio nell’insufficienza venosa. L’Ecocolordoppler Venoso degli Arti Inferiori ci permette di effettuare uno screening del sistema circolatorio venoso ed identificare il tipo di disturbo circolatorio, valutando inoltre la contemporanea presenza di più alterazioni circolatorie per scegliere così la migliore terapia. Questo esame nasce dall’incontro dell’ecografia e del doppler e permette di studiare e monitorare i principali vasi sanguigni (vene, arterie) osservando le modificazioni della forma delle arterie e delle vene e le caratteristiche del flusso del sangue. E’ un esame che non occupa molto tempo, infatti si effettua in media in 15/20 minuti.

E’ possibile prenotare online ecocolordoppler venoso, in convenzione con le principali assicurazioni nazionali, a questo link.

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