Sorriso luminoso e alito fresco sono certamente gli obiettivi a cui pensiamo ogni volta che ci laviamo i denti. Ma non dobbiamo dimenticarci che con l’abitudine all’igiene orale siamo in grado di evitare malattie molto diffuse fino a un secolo fa – tanto che la maggior parte della popolazione subiva la caduta prematura dei denti – e fastidi talvolta dolorosi, come il ritiro delle gengive.
Vediamo quali sono le indicazioni e i comportamenti da seguire per una pulizia corretta ed efficace di tutta la bocca.
Lo spazzolino: come potremmo non partire dallo strumento dei denti per antonomasia? Il suo utilizzo è importantissimo fin dalla tenera età e dovrebbe avvenire almeno due volte al giorno, tre se abbiamo mangiato molto ad ogni pasto principale. Troppi spuntini andrebbero evitati proprio perché annullano l’effetto di uno spazzolamento recente, quando invece la bocca dovrebbe mantenersi fresca e pulita per la maggior parte della giornata. L’ideale è lavarsi i denti entro venti minuti dalla fine del pasto.
Come si usa lo spazzolino? La tecnica corretta richiede un movimento perpendicolare alla gengiva: questo significa che nell’arcata superiore – sia esterna che interna – dobbiamo spazzolare dall’alto verso il basso – e non viceversa – con colpetti che partono dalla gengiva e vanno verso la parte coronale del dente. Logico, quindi, che nell’arcata inferiore il movimento sarà dal basso verso l’alto. Anche qui facciamo attenzione a non tralasciare per pigrizia la parte interna, più difficile da raggiungere per la presenza della lingua, ma importante quanto quella esterna.
La tecnica descritta è la migliore non solo perché non arreca alcun danno ai tessuti, ma anche perché permette di rimuovere la placca batterica – anziché spostarla nelle fessure interdentali, come accade se si esegue un movimento parallelo alla gengiva. Per quanto riguarda le superfici masticanti, è sufficiente uno spazzolamento energico in senso orizzontale. Prima di risciacquarci facciamo passare le setole, con delicatezza, anche sulla lingua, dalla zona più profonda alla punta: verranno eliminati quei microrganismi che si annidano sulle papille e sono responsabili dell’alito cattivo.
Come scegliere lo spazzolino? I migliori sono quelli con manico diritto; le setole meglio se sintetiche, di durezza media e con punte arrotondate. In generale, il cambio andrebbe fatto ogni due mesi: uno spazzolino con setole piegate e deformate risulta inefficace. Esistono comunque altri strumenti utili a un’igiene completa dei denti: lo spazzolino monociuffo aiuta a raggiungere le zone più remote e posteriori della bocca, come l’ultimo molare o i denti del giudizio, per chi li ha. Lo spazzolino elettrico è invece indicato per le persone con scarsa manualità, come anziani, artritici o disabili.
E il dentifricio? Premesso che è meno importante dello spazzolino e applicarne molto non serve a nulla, il migliore è quello al fluoro, sostanza che favorisce la rimineralizzazione dei denti e aiuta a prevenire la carie.
Dopo il lavaggio dei denti è fondamentale, almeno una volta al giorno, ricorrere al filo interdentale. Raccomandato da qualunque specialista, questo strumento combatte più di ogni altro i problemi gengivali e le carie, che si originano quasi sempre negli spazi fra un dente e l’altro, dove lo spazzolino non riesce a insinuarsi. In commercio si trovano fili piatti e fili a sezione rotonda. I primi, simili a un nastro, sono molto efficienti ma anche traumatici per via dei due margini leggermente taglienti. Uno strumento analogo al filo è lo scovolino, fatto da una sezione cilindrica o conica montata su un manico e con setole disposte a spirale. È adatto soprattutto alle persone di una certa età, poiché gli spazi interdentali tendono a ingrandirsi con il passare del tempo.
Che dire invece dello stuzzicadenti? Condannato duramente persino dal Ministero della Salute, questo piccolo punteruolo di legno causerebbe dei solchi sulle superfici interne dei denti e rovinerebbe lo smalto. Inoltre, entrando a contatto con la saliva, rilascerebbe impurità contenute nel legno e darebbe origine a gravi irritazioni. Tuttavia, se il soggetto presenta una costituzione dentale e gengivale resistente, lo stuzzicadenti usato con parsimonia può aiutare a rimuovere i residui di cibo quando manca lo spazzolino. In ogni caso si dovrebbe sempre chiedere consiglio al proprio dentista.
Altro prodotto generalmente sconsigliato è la gomma da masticare. Dopo anni di messaggi ingannevoli da parte delle pubblicità televisive, si è stabilito categoricamente che il chewing gum non può sostituire lo spazzolino dopo i pasti. Inoltre, le gomme contenenti zuccheri fermentabili predispongono alla patologia cariosa. Tuttavia, numerosi studi clinici e ricerche dimostrano che masticare gomme allo xilitolo o sorbitolo aiuta l’igiene orale e stimola la più importante difesa naturale contro le carie: la saliva. Questa neutralizza gli acidi della placca e rimineralizza lo smalto dei denti. Quindi, sebbene sia da evitare la consumazione di gomme per lunghi periodi di tempo – cosa che può danneggiare le mucose dello stomaco attivando gli acidi gastrici della digestione – è decisamente consigliabile l’abitudine di masticarne una per dieci o quindici minuti dopo i pasti, fino a 3 volte al giorno.