Che cos’è l’ipertensione?
L’ipertensione (arteriosa) è una situazione patologica di qualsiasi persona la cui pressione arteriosa abbia dei livelli di base superiori alla norma. Non si tratta di una malattia, ma di una condizione rischiosa; l’elevata quantità di sangue che circola nelle arterie ne aumenta la pressione che questo esercita. Di conseguenza, diverse malattie cardiovascolari hanno più probabilità di verificarsi: parliamo di insufficienza cardiaca, aneurismi, attacchi di cuore, ictus, problemi alla vista, deficit di memoria e problemi cognitivi. È quindi fondamentale effettuare tutte le considerazioni del caso tempestivamente e in modo accurato.
Quando iniziare a preoccuparsi?
Se ci si sente agitati o ci si interroga se quelli provati sono i veri sintomi della pressione alta, basta controllare i propri valori. Come? Con l’utilizzo di uno sfigmomanometro, da posizionare attorno al braccio.
Da considerare che non si soffre di questa patologia se si registrano valori all’infuori della media solo in casi eccezionali e piuttosto rari; bensì questi valori devono essere costantemente superiori a quelli di riferimento. Eccoli: se il valore minimo supera abitualmente i 90 mm/Hg e/o il valore massimo è spesso più alto di 140 mm/Hg, probabilmente si soffre di ipertensione arteriosa.
È fondamentale considerare la costanza di tali valori (e non la loro eccezionalità), perché sono tanti gli aspetti responsabili della vulnerabilità della pressione alta o bassa del soggetto. In particolare, l’ora del giorno; ad esempio, se ci si misura la pressione arteriosa a mezzogiorno, questa presenta sicuramente i valori più alti della giornata. Allo stesso modo, se si attraversa una particolare situazione emotiva o se si ha appena terminato di svolgere attività fisica, i valori possono schizzare alle stelle; ma questo è normale e non c’è di che preoccuparsi.
Dopo aver diagnosticato che si soffre di ipertensione, è raccomandato rivolgersi al medico per sottoporsi ad alcuni esami e valutare l’entità di questa condizione patologica. Successivamente, è il medico stesso a scegliere la terapia antiipertensiva più adatta al soggetto colpito. Solitamente la terapia farmacologica diventa cronica: ciò significa che raramente il paziente smette di assumere i farmaci prescritti, nemmeno dopo diversi anni.
Quali sono i sintomi della pressione alta?
Spesso è difficile capire se si soffre di questa patologia, perché i sintomi della pressione alta nella maggior parte dei casi rimangono velati. Il soggetto che ne soffre potrebbe non registrare alcuna apparente anomalia, ma esserne comunque affetto. Raramente i sintomi della pressione alta sono le vertigini, il mal di testa (soprattutto a livello della nuca), un senso di nausea e di vomito, e disturbi alla vista.
Quali sono i soggetti più a rischio?
Sicuramente devono prestare maggiore attenzione coloro che hanno dei parenti che soffrono o hanno sofferto di ipertensione, coloro che sono in sovrappeso, che sono fumatori, che hanno il diabete, che eccedono nell’assunzione di alcolici o che conducono una vita sedentaria. Lo stress sia fisico che emotivo rappresenta senza dubbio un’altra possibile concausa.
Come prevenire l’ipertensione?
Innanzitutto bisogna considerare che, nel mondo occidentale, la cosiddetta pressione alta rappresenta una delle principali cause di malattie cardiovascolari che, a loro volta, sono la prima causa di morte. Per questo è molto importante tenere monitorata la propria pressione arteriosa: più è bassa, minore è il rischio di mortalità.
La pressione tende ad aumentare con l’avanzare dell’età; ecco perché condurre uno stile di vita sano ed equilibrato è fondamentale, soprattutto per le persone più anziane.
Non bisogna dimenticare che alcune sostanze possono influenzare i valori della pressione arteriosa: tra queste, il cortisone, lo spray nasale, la pillola anticoncezionale, la liquirizia ed alcune droghe. In caso di perplessità, quindi, può rivelarsi molto importante sospenderne l’assunzione.