Calcoli nella colecisti (Colelitiasi)
Parliamo con la d.ssa MariaPia Giambersio di Ionoforetica (poliambulatorio privato a Bologna) dei calcoli alla colecisti.
Cos’è la colecisti?
La colecisti (detta anche cistifellea) è una piccola “sacca”, dotata di parete propria, lunga circa 7-8 centimetri e localizzata sulla faccia inferiore del fegato, in cui si raccoglie e si concentra la bile prodotta dal fegato.La bile raggiunge la colecisti attraverso i dotti epatici e vi si accumula per poi essere rilasciata in occasione dei pasti.Il cibo ingerito , infatti, soprattutto se ricco di grassi, stimola la contrazione della colecisti e la liberazione della bile nell’intestino (attraverso il dotto coledoco) per la digestione e l’assorbimento dei grassi stessi.
La formazione di calcoli all’interno della colecisti è un evento molto frequente i cui fattori di rischio comprendono: familiarità, obesità, sesso feminile, età , dieta occidentale .
I calcoli biliari si formano a partire da precipitati cristallini di colesterolo, possono essere di varie dimensioni, da pochi millimetri a diversi centimetri e contenere una certa quantità di sali di calcio.
Quali sono i sintomi della colecisti?
I sintomi possono essere variabili e recidivanti, i più frequenti sono:
cattiva digestione, intolleranza per i cibi grassi, gonfiore addominale, sensazione di nausea postprandiale, dolore al centro dell’addome che si irradia sotto l’arcata costale di dx e posteriormente sotto la scapola dx. Se il calcolo si muove e occlude il dotto biliare principale si ha una colica addominale acuta con sintomi di ostruzione e di infiammazione, quali forte dolore addominale, ittero (colorazione giallastra di cute e mucose), vomito e febbre, con possibili gravi complicanze, come la perforazione colecistica e la pancreatite acuta.
I quadri acuti gravi richiedono un trattamento urgente con ricovero ospedaliero ed intervento chirurgico in emergenza-urgenza.
In altri casi i calcoli colecistici non causano alcun sintomo e vengono scoperti casualmente nel corso di un esame ecografico eseguito per altri motivi.
Come si fa la diagnosi dei calcoli alla colecisti?
Nel sospetto di calcolosi colecistica , la diagnosi si fa agevolmente mediante Ecografia addominale, eseguita a digiuno da almeno 6-8 ore, con la quale si dimostrano direttamente i calcoli all’interno della colecisti ed eventuali complicanze.
L’esame ecografico periodico è consigliato anche alle persone già operate di colecistectomia, in quanto persiste il rischio di formazione di nuovi calcoli all’interno del dotto biliare comune.
Cosa fare se si scopre di avere i calcoli nella colecisti? Quale terapia?
In assenza di sintomi è opportuno monitorare il quadro mediante controlli ecografici periodici.
In alcuni casi è possibile dissolvere i calcoli mediante una terapia per via orale protratta per molti mesi , che può essere efficace per i calcoli puri di colesterolo e per quelli a basso contenuto di calcio.
Appena compaiono i sintomi, invece, date le frequenti recidive delle coliche e le temibili complicanze, è consigliato l’intervento chirurgico di colecistectomia, che consiste nell’asportazione chirurgica della colecisti per via laparoscopica. Rispetto all’intervento classico standard, l’intervento in laparoscopia è oggi preferito nei casi non complicati , per i tempi più brevi di convalescenza e per la minore estensione delle cicatrici chirurgiche.
La rimozione chirurgica della colecisti non causa problemi nutrizionali, né particolari restrizioni alimentari dopo l’intervento.