Cos’è la glicemia?
La Glicemia è la concentrazione esatta di glucosio contenuto nel sangue. Peraltro il glucosio è di fondamentale importanza per il nostro organismo, viene definito anche come “cibo del cervello” poiché essenziale per i neuroni. Non solo, il glucosio serve alle cellule stesse che se ne nutrono direttamente dal sangue, serve a organi vitali come i reni nonché al sistema immunitario.
In maniera sostanzialmente minore è prodotto e sintetizzato direttamente nel nostro organismo da protidi, ossia le proteine, e lipidi, cioè i grassi. Tuttavia il maggior quantitativo di glucosio lo assumiamo dal cibo e alcuni alimenti ne contengono molto pertanto vanno assunti con moderazione se si hanno problemi di iperglicemia e di più se si soffre di ipoglicemia.
Vi aiuterà certamente sapere quali sono nello specifico.
– Alimenti AIG (Alto Indice Glicemico) : Bevande Zuccherate, Cereali Raffinati, Saccarosio ossia Zucchero in ogni sua forma e Dolci.
– Alimenti con Indice Glicemico Basso: Frutta, Cereali Integrali, Verdura e Latticini.
Ci sono inoltre dei fattori che influenzano il tasso glicemico:
– Il tempo di cottura di un cibo lo alza a causa del calore.
– La varietà, in generale, da tenere a mente per esempio che le mele verdi cosiddette “per diabetici” hanno un IG ben diverso rispetto alle mele rosse.
– La maturazione della frutta.
– La quantità di ingredienti utilizzati, vale per molti alimenti ma se prendiamo come esempio i dolci, uno fatto in casa avrà un indice glicemico decisamente più basso di un dolce confezionato.
Sostanzialmente non è necessario girare con tabelle relative agli AIG per sapersi muovere in questo ambito, basta tenere a mente i pochi alimenti di cui sopra. Specie perché bisogna ricordare che dopo un’intenso movimento, una sessione di sport o simile, è proprio consigliabile assumere carboidrati AIG. Pertanto non sono da considerarsi nocivi. Riescono a stimolare l’organismo a produrre velocemente tutte le scorte di glicogeno muscolare di cui necessita ad esempio. Questo in condizioni di salute, se si è affetti da patologie come il diabete o comunque legate alla glicemia, che andremo a vedere dopo, il discorso cambia.
Considerate il corpo come fosse un’automobile, se nella stessa manca il carburante o l’olio, cosa succede? Quelle più nuove inviano quasi immediatamente un segnale di allarme, i modelli vecchi almeno una spia la accendono.
Ecco, nel corpo umano se il glucosio scarseggia accade la stessa cosa. Ci viene inviato un segnale o più di uno. Ricordiamoci che il desiderio della fame, l’impulso stesso, origina proprio nel cervello in un punto che si chiama “diencefalo”.
Proprio nel diencefalo ci sono una miriade di centri vitali responsabili della regolazione del sonno, del nostro metabolismo, dell’umore e appunto della fame. Questi i più importanti benché ve ne siano altri.
Se la glicemia scende al di sotto di determinati parametri ognuna di queste funzioni può subire delle alterazioni fastidiose. Il livello di glucosio ottimale dovrebbe rimanere costante su 1 grammo moltiplicato per ogni 1000 millilitri di sangue.
Cosa succede se scende al di sotto di questi livelli e ignoriamo i segnali che il corpo ci manda? Per rispondere a questa domanda basta ripensare all’esempio di prima. Il corpo è come una macchina, in quanto tale, se la glicemia scende e quindi non ha glucosio sufficiente inizierà abbastanza rapidamente ad attingere ad altre risorse. Di solito ai lipidi, ma non è una buona notizia poiché non attaccherà i depositi di grasso cattivo bensì anche quelli che servono alla massa muscolare, i cosiddetti grassi insaturi.
In un soggetto sano, con un’alimentazione regolare e un movimento discreto durante l’arco della giornata, i valori ottimali di glicemia sono i seguenti:
– Costanti tra 60 e 130 mg/dl
– A digiuno tra 70 e 110 mg/dl
– Se a digiuno si riscontrano valori compresi tra 100 e 125 mg/dl, senza allarmismi ma può essere necessario modificare lo stile di vita (alimentazione-sport)
Valori indicativi di sintomi probabilmente Diabetici, secondo le linee guida dell’American Diabetes Association:
– Uguali o superiori a 126 mg/dl.
Meritevole, quantomeno di approfondimento diagnostico.
Cos’è la glicemia alta? Sintomi e Malattie associate
Durante una giornata normale, in condizioni di salute, il nostro corpo umano è in grado di auto-regolamentarsi. Questo significa che mantiene costante il livello di glicemia (glucosio nel sangue), aumentandone o diminuendone la concentrazione grazie agli ormoni preposti.
L’insulina è un ormone prodotto dal pancreas, in questo meccanismo ha un ruolo fondamentale perché proprio l’insulina introduce il glucosio nelle cellule abbassandone all’occorrenza la presenza nel sangue.
Quando però, per patologie diverse, il meccanismo insulinico si blocca o funziona a intermittenza s’incorre appunto nel problema della glicemia alta. Da questo al diabete il passo è, purtroppo, davvero breve.
Secondo recenti sondaggi sempre più persone scoprono di soffrire di glicemia alta solo a seguito di esami del sangue o di routine eseguiti per caso o per altre ragioni.
È doveroso specificare che l’iperglicemia è certamente il più importante sintomo del Diabete ma alle volte può anche presentarsi in modo subdolo. Tuttavia esistono dei campanelli di allarme che possono presentarsi e, se non sottovalutati, potrebbero portare a diagnosi molto più precoci.
Cerchiamo allora di capire quali sono i segnali che il nostro organismo ci manda nello specifico.
Quali sono i sintomi della Glicemia alta?
– Vista sfocata, talvolta offuscata.
– Stanchezza cronica/facile affaticamento.
– Sonnolenza anche diurna.
– Necessità di urinare più spesso sia di giorno sia di notte.
– Aumento dell’appetito e/o calo ponderale non giustificato da diete.
– Secchezza di gola e bocca con conseguente bisogno di bere spesso.
In condizioni di grave iperglicemia si potrebbe addirittura manifestare:
– Vertigini e/o Svenimenti.
– Disidratazione.
– Difficoltà a respirare.
– Stato confusionale.
* Il coma è una condizione che avviene purtroppo a seguito di una gravissima condizione iperglicemica ma è doveroso saperlo, tuttavia per arrivare a tali stadi della malattia è improbabile aver trascurato sintomatologie che devono essersi manifestate per forza.
Il Diabete
Chi soffre di questa malattia combatte tutta la vita per tenere sotto controllo i livelli di glicemia nell’organismo. A prescindere dal tipo di Diabete di cui si è affetti, la terapia prevede nella maggior parte dei casi una base di insulina. A seconda dello stadio e del tipo possono esserci cure complementari a quella insulinica, ossia farmaci ipoglicemizzanti a base orale. Di certo, per tutti è previsto:
– stretto e quotidiano monitoraggio della glicemia
– regolare attività fisica
– alimentazione equilibrata e sana.
La glicemia alta può colpire anche nel periodo infantile, in quel caso si parlerà di Diabete di tipo 1. Colpisce anche gli adolescenti e in rarissimi casi gli adulti. Il diabete mellito di tipo 1 è di fatto una malattia autoimmunitaria poiché il corpo attacca se stesso. Vengono prodotti degli autoanticorpi (cosiddetti “killer”) che attaccano le cellule Beta nel Pancreas interrompendo così la possibilità di produrre insulina.
Il Diabete di tipo 2 è invece la forma più diffusa, il 90% dei pazienti affetti da questa patologia ne è interessato. A differenza del tipo 1, insorge quasi esclusivamente in età matura e si può presentare con due caratteristiche di uguale serietà:
– insulino-resistenza (condizione per la quale l’insulina non agisce correttamente)
– deficit di secrezione da insulina (l’insulina viene prodotta ma non in quantità sufficiente per l’organismo).
Le persone che soffrono di ipertensione, colesterolo e/o trigliceridi alti, sovrappeso e non svolgono attività fisica, sono maggiormente a rischio di sviluppare la patologia diabetica.
Glicemia in Gravidanza
Durante il periodo gestazionale è molto importante controllare la glicemia poiché c’è comunque una variazione degli zuccheri nel sangue.
Con delle normali accortezze e seguendo sempre le indicazioni del proprio medico-ginecologo non si dovrebbero avere complicazioni.
È molto bassa ad oggi la percentuale, parliamo di un 2 massimo 4%, di donne che sviluppano il cosiddetto diabete gestazionale.
Prende questo nome perché si sviluppa con la gravidanza e regredisce solitamente dopo il parto. Tuttavia è importante conoscerlo per comprendere l’importanza di monitorare la glicemia durante la gestazione. Le donne più a rischio di svilupparlo presentano questi fattori:
– Obesità
– Ereditarietà familiare per Diabete
– Fumo (prima o durante)
– Più di 30 anni.
Il ginecologo in questi casi suggerisce, oltre al controllo costante della glicemia, una dieta sana e un buon esercizio fisico. Qualora il diabete gestazionale dovesse avere la meglio, i suggerimenti di cui sopra restano validi ma potrebbero essere associate cure ipoglicemiche in compresse. Solo se i livelli di zucchero nel sangue dovessero restare elevati allora si procede anche con le iniezioni di insulina poiché tutto il glucosio in eccesso viene assorbito dal bambino.
La Glicemia, come abbiamo potuto vedere, è importantissima per il nostro organismo. Mantenerla costante, in condizioni non patologiche, ci permetterà di avere organi che funzionano meglio e un cervello più attivo e lucido.