1. Che cos’è la tubercolosi?
La tubercolosi è una malattia infettiva altamente contagiosa causata dal batterio gram positivo Mycobacterium tuberculosis (o bacillo di Koch dal nome dello scienziato che lo scopre nel lontano 1882) che, generalmente, si annida nei polmoni (tubercolosi polmonare). Le altre regioni anatomiche potenzialmente offese sono reni, rachide e cervello (tubercolosi extrapolmonare).
L’affezione si trasmette molto facilmente perché è sufficiente uno starnuto, un colpo di tosse o il rilascio di goccioline di saliva mentre una persona infetta parla; il contagio avviene, invece, laddove sussistono le seguenti condizioni:
• soggetto infetto colpito da tubercolosi polmonare attiva (anche nota come aperta o bacillifera);
• elevata carica batterica;
• persona infetta non in cura con terapia dedicata;
• irrisorio (o assente) ricambio d’aria all’interno dell’ambiente.
I soggetti contagiati non sono però sempre destinati ad ammalarsi e, proprio per questo motivo, si individuano due diverse condizioni.
• Infezione latente: l’individuo entra in contatto con il batterio, ma non sviluppa la malattia (non accusa sintomi, non è infettivo e può potenzialmente non ammalarsi mai). Il sistema immunitario affronta l’infezione e il microrganismo rimane silente per anni.
• Patologia tubercolare: l’individuo contrae la malattia vera e propria a causa di difese immunitarie insufficienti. Il soggetto riferisce forte tosse con emottisi (fuoriuscita di sangue), dolorabilità all’altezza del petto, inappetenza, perdita di peso, brividi, alterazione della temperatura corporea e sudorazione notturna.
La tubercolosi, se non opportunamente trattata, può cronicizzarsi e persistere per diversi anni. Ti invitiamo, dunque, a contattare il tuo medico curante in caso di:
• febbre persistente;
• tosse perenne che non guarisce con trattamenti standard;
• sudorazione notturna;
• difficoltà respiratoria;
• rantoli;
• astenia;
• contatto con persone infette.
Gli accertamenti diagnostici a cui devi sottoporti comprendono:
• esami strumentali (radiografie e TAC);
• esami istologici con biopsia delle lesioni;
• test di laboratorio per la ricerca del bacillo di Koch;
• test cutaneo (intradermoreazione) alla tubercolina;
• Quantiferon test.
La malattia, se trattata in modo corretto, ha una prognosi benigna; devi semplicemente seguire, per circa sei mesi, una terapia farmacologica a base di anti-tubercolotici. Mangia in modo sano ed equilibrato, aumenta le porzioni di frutta e verdura, riposa il più possibile, non ingerire alcolici e rispetta le prescrizioni alla lettera. I primi miglioramenti arrivano dopo circa tre settimane.
2. Il Quantiferon test nella diagnosi della tubercolosi
Il Quantiferon test TB-2G è un esame di laboratorio che viene eseguito, a digiuno, su un campione di sangue venoso al fine di:
• evidenziare un’infezione latente di tipo tubercolare in persone che corrono un rischio maggiore;
• operare una diagnosi differenziale tra tubercolosi polmonare attiva e infezione sostenuta da microrganismi non tubercolari.
Il sangue prelevato viene dunque analizzato per stimare la quantità di interferone gamma prodotta, in risposta alla stimolazione con antigeni del Mycobacterium tuberculosis, dalle cellule T del sistema immunitario e dai monociti.
Il Quantiferon test presenta innumerevoli vantaggi che possono essere così riassunti.
• Più sicuro e a bassa invasività perché non ti viene somministrata tubercolina.
• Si fonda sul semplice prelievo di sangue e non necessita, al contrario del test cutaneo, di alcuna interpretazione nel corso di un secondo controllo.
• Non presenta alcun effetto collaterale.
L’intradermoreazione alla tubercolina (TST), tradizionalmente utilizzata per diagnosticare la tubercolosi, presenta invece diversi inconvenienti che possono essere così riassunti.
• Sono indispensabili due visite mediche per portare a termine l’accertamento.
• La tubercolina PPD, sostanza utilizzata in sede d’esame, vanta un lungo elenco di antigeni comuni ad altri batteri.
• L’analisi dei risultati non porta a una diagnosi completa perchè non vi è alcuna distinzione tra malattia tubercolare, precedenti immunizzazioni e infezioni sostenute da microbatteri non tubercolari.
I risultati del Quantiferon, alla luce di quanto detto, possono invece essere interpretati nel seguente modo.
• Positivo: può essere in corso un’infezione da tubercolosi.
• Negativo: vi sono scarse probabilità di infezione da tubercolosi.
• Indeterminato: è necessario ripetere il test o eseguire ulteriori accertamenti.
L’esito dell’esame viene letto e interpretato dallo specialista valutando rischio di esposizione alla tubercolosi, pregressa storia clinica e risultati di ulteriori esami diagnostici.
Il Quantiferon test è indicato in caso di:
• sospetta infezione tubercolare attiva;
• alto rischio di attivazione della forma latente di tubercolosi;
• necessità di analizzare le condizioni cliniche in cui versano dipendenti del comparto sanitario, militari e forze dell’ordine.
3. Le provette per il Quantiferon test
Il kit per il Quantiferon test si compone di quattro diverse provette.
• Mitogen (tappo viola): esito positivo; conferma lo stato immunitario di base.
• NIL (tappo grigio): esito negativo.
• TB1 (tappo verde): rileva la risposta dei linfociti T CD4+.
• TB2 (tappo giallo): ottimizza la risposta dei linfociti T CD4+ e CD8+.
Il test consta delle seguenti fasi.
1. Il sangue venoso viene prelevato e inserito nelle provette (1 ml per contenitore). Ciascuna provetta viene etichettata riportando su di essa i tuoi dati personali (nome, cognome e data di nascita).
2. Le provette vengono agitate per circa 10 volte al fine di garantire la corretta miscelazione del sangue con gli antigeni presenti sulle pareti dei contenitori.
3. Incubazione delle singole provette a 37°C e in posizione verticale (entro 16 ore dal prelievo). Questa fase, che dura tra le 16 e le 24 ore, non necessita di CO2 e/o umidificazione.
4. Centrifugazione delle provette per 15 minuti al fine di favorire l’estrazione del plasma.
5. Invio del materiale al laboratorio analisi per la successiva determinazione dei risultati.
La tubercolosi è una malattia altamente infettiva responsabile, ogni anno, di numerosi decessi. La patologia, che nella maggior parte dei casi colpisce i polmoni, si trasmette per via aerea (emissione di secrezioni respiratorie da parte di un soggetto contagioso quando questo parla, tossisce o starnutisce). I batteri, inspirati dalle persone sane, penetrano nel corpo umano, raggiungono i polmoni, crescono e si moltiplicano; alcuni di essi possono, inoltre, invadere altre regioni anatomiche attraverso il circolo sanguigno. La diagnosi, affidata allo specialista, si fonda su accertamenti vari e test del Quantiferon; quest’ultimo fornisce difatti, al contrario della intradermoreazione alla tubercolina, una risposta precisa e puntuale.