Tumore al seno
Il seno è un insieme di 15-20 lobi, degli agglomerati di lobuli, ossia insiemi di strutture ghiandolari. Dai lobuli il latte scorre attraverso i dotti lattiferi fino a giungere al capezzolo. Le ghiandole del seno svolgono un ruolo fondamentale ed è importante che siano tenute sotto controllo, per individuare e curare per tempo malattie potenzialmente gravi. Tra queste troviamo, come risaputo, il tumore al seno.
Il tumore al seno è la conseguenza della moltiplicazione e trasformazione di alcune cellule della ghiandola mammaria che, diventando maligne, si staccano dal proprio tessuto d’origine ed invadono i tessuti circostanti. Nonostante queste cellule si possano moltiplicare e diventare maligne a partire da qualsiasi tipo di tessuto mammario, i casi più frequenti di tumore al seno si riscontrano a partire dai lobuli e dai dotti.
Il tumore al seno colpisce quasi esclusivamente le donne.
Quanti tipi di tumore al seno esistono?
Come anticipato, non tutti i tumori al seno sono uguali. Esistono, in particolare, due tipologie: il tumore al seno invasivo e quello non invasivo. Tra tutti, la forma più diffusa (70-80% del totale) è rappresentata dal carcinoma duttale, quello che, a partire dal dotto lattifero, si propaga anche oltre la parete duttale. Questo e i carcinomi lobulare, tubulare, papillare, cribriforme e mucinoso, rappresentano le forme invasive. Quelle non invasive, invece, sono la DIN (neoplasia duttale intraepiteliale) e la LIN (neoplasia lobulare intraepiteliale). La differenza sostanziale tra le forme di tumore al seno non invasive o invasive risiede nella loro capacità o incapacità di invadere altri tessuti rispetto a quello da cui si sono originati.
Solitamente i tumori benigni non sono invasivi né dannosi e, una volta rimossi, non si riformano. Quelli maligni, invece, spesso sono invasivi, possono essere mortali e ripresentarsi a distanza di tempo.
Quanti stadi del tumore al seno esistono?
Esistono 5 stadi di avanzamento di tumore al seno. Il primo è lo stadio 0, noto anche come carcinoma in situ. Si tratta di un cancro che inizia a svilupparsi nelle cellule epiteliali e si trova in uno stadio iniziale, confinato ai condotti (carcinoma duttale in situ) o ai lobuli (carcinoma lobulare in situ). Non si tratta di un tumore aggressivo, ma rappresenta sicuramente un fattore di rischio. Una donna che si veda diagnosticare un tumore allo stadio 0, ha il 98% di possibilità di sopravvivenza. Questa percentuale si abbassa al 75% solo se le cellule tumorali sono presenti anche nei linfonodi.
I successivi stadi del tumore al seno sono:
Stadio 1, dal diametro inferiore ai 2 cm, che non ha colpito i linfonodi;
Stadio 2, dal diametro inferiore ai 2 cm che ha colpito i linfonodi dell’ascella, o dal diametro superiore ai 2 cm che non ha colpito i linfonodi;
Stadio 3, dalle dimensioni variabili, che ha colpito i linfonodi dell’ascella o i tessuti vicini al seno, come la pelle;
Stadio 4, già in metastasi, che ha colpito altri organi oltre al seno; in questo caso, la media di sopravvivenza in seguito a ciclo chemioterapico è di 2 anni, ma in alcuni casi arriva anche ai 10.
I sintomi del tumore al seno
Ѐ molto importante fare prevenzione, non dando per scontato alcun segnale del proprio corpo. Prima di tutto, bisogna fare autopalpazione, per individuare eventuali noduli; è raccomandabile anche analizzare la struttura del capezzolo, o eventuali perdite, e la forma del proprio seno. Se è cambiata o se il seno risulta gonfio, è meglio andare a fare una mammografia. Lo stesso discorso vale nel caso in cui la pelle risulti increspata o irritata o in quello che comporti un ingrossamento del braccio o della zona ascellare.
Nelle fasi iniziali, spesso i sintomi del tumore al seno sono impercettibili. Per questo è fondamentale fare prevenzione con una visita senologica, un’ecografia e una mammografia digitale da ripetere annualmente in base all’età.