Le prime immagini radiografiche della mammella apparvero nel 1913, all’interno degli studi pubblicati da Albert Salomon, chirurgo tedesco che analizzò più di 3000 mastectomie. Applicando i raggi X ai campioni utilizzati osservò delle microcalcificazioni, in base alle quali fu in grado di stabilire la differenza fra tumori benigni e maligni. Solo nel 1930, tuttavia, si poté assistere alla prima mammografia in vivo, eseguita dallo statunitense Stafford Warren presso il Dipartimento di radiologia all’università di Rochester. La possibilità di diagnosticare il cancro al seno prima dell’intervento rese Warren un pioniere in questo campo, tanto che negli anni successivi, grazie al suo esempio, gli apporti radiologici si fecero sempre più numerosi.
Se dai primi anni Sessanta la mammografia diventa un esame comune, è però nel 1967 che viene realizzato lo strumento specifico del campo, chiamato appunto mammografo. Alla base del suo funzionamento si pone la tecnica di compressione della mammella, che permette di uniformare il tessuto del seno e ridurne lo spessore. In questo modo i raggi X penetrano nella zona interessata senza subire diffusione, cosa che darebbe luogo a un mammogramma impreciso. Le immagini che vengono elaborate oggi sono invece ad alta risoluzione e la dose di radiazioni necessarie è considerevolmente limitata.
Da sedici anni la mammografia è in una fase di transizione verso l’uso di rivelatori digitali: mentre la tecnologia analogica impiega la pellicola radiografica, quella digitale cattura un’immagine elettrica del tessuto mammario e la rende memorizzabile e consultabile sul display di un computer, con la possibilità di elaborarne i dettagli. Questo tipo di mammografia presenta molti vantaggi rispetto a quella tradizionale, primo fra tutti l’eliminazione di inesattezze dovute a sotto o sovraesposizione.
La mammografia è considerata ad oggi il miglior esame disponibile per la diagnosi precoce del tumore al seno e permette di abbassarne la mortalità rilevando per tempo la lesione. Dopo i 40 anni di età è consigliabile effettuare la mammografia ogni uno o due anni.
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