Il fegato
Il fegato è uno degli organi più importanti del nostro organismo e sono diverse le funzioni che svolge, in questo articolo ti spiegheremo come è fatto, le sue principali funzioni e quali sono le patologie che possono insorgere.
Il fegato: caratteristiche anatomiche
Il fegato è una ghiandola e appartiene al sistema esocrino ed endocrino, coinvolto nella produzione degli ormoni, in particolare esso produce la bile che ha il compito di trasformare gli alimenti che si assorbono giornalmente. E’ un organo dell’apparato digerente.Il fegato si trova nella parte alta della cavità addominale tra il colon e lo stomaco, in prossimità del fianco destro. E’ considerata la ghiandola più grande del nostro organismo, infatti ha un peso di circa 1- 1,5 kg e ha una lunghezza che oscilla tra i 24-28 cm; ha una forma cosiddetta ovoidale e si caratterizza per una superficie liscia e omogenea. La ghiandola viene suddivisa, per convenzione, in due lobi: uno destro di maggiori dimensioni e uno sinistro più piccolo, entrambi rivestiti da tessuto connettivo, un involucro che crea all’interno della struttura delle formazioni minuscole chiamate lobuli epatici. Un’ulteriore suddivisione in nove segmenti all’interno del fegato serve per indicare una specifica zona dove è presente un ramo dell’arteria epatica, della vena porta, delle vene sovraepatiche e quella del dotto biliare che si propaga direttamente dall’organo. La struttura essenziale del fegato viene chiamata cellula epatica o epatocita e rappresenta la parte attiva e funzionale della ghiandola. Gli epatociti si organizzano in lobuli epatici e al loro interno avviene il metabolismo dei grassi, delle proteine e dei carboidrati e la sintesi delle vitamine.
Le principali funzioni del fegato: la produzione della bile
Il fegato svolge tantissime funzioni, fondamentali per il corretto funzionamento del nostro organismo, ma vista la complessità della sua struttura anatomica non sempre è facile identificarle tutte, in sintesi possiamo raggruppare le funzioni del fegato in tre macro categorie:
– funzione metabolica;
– produzione della bile,
– funzione detossicante.
La funzione più conosciuta del fegato è la produzione di bile, un liquido dalla consistenza viscida che solitamente ha un colore giallo scuro che ha il compito di permettere la digestione dei grassi e delle vitamine. La bile viene prodotta dalle minuscole cellule epatiche e ha lo scopo principale di emulsionare i grassi per renderli solubili e favorirne il naturale assorbimento. Oltre ai grassi, la bile consente l’assorbimento di importanti vitamine liposubili: vitamina A per la resistenza alle infezioni, vitamina D per il corretto sviluppo delle ossa e per il metabolismo del calcio, la vitamina E che protegge i tessuti dalla perossidazione e dai radicali liberi e la vitamina K, importante per la coagulazione del sangue. La bile svolge anche un’altra importante funzione: eliminare le sostanze tossiche, i farmaci ingeriti e l’eccesso di colesterolo. In particolare, la bile è coinvolta nell’eliminazione della bilirubina, una sostanza che deriva dal normale processo di distribuzione dei globuli rossi, se il fegato non funziona correttamente si aumenta la concentrazione nel sangue della bilirubina provocando una malsana colorazione giallastra negli occhi.
Le funzioni metaboliche del fegato:
All’interno del fegato vengono svolte diverse attività biochimiche che vengono raggruppate sotto la denominazione di funzioni metaboliche:
– metabolismo dei carboidrati;
– metabolismo dei grassi;
– metabolismo delle proteine.
Il fegato nel metabolismo dei grassi svolge la fondamentale funzione di tenere sotto controllo la concentrazione ematica del glucosio attraverso i meccanismi epatici così definiti: glicogenesi, glicogenolisi e gluconeogenesi. La glicogenesi è il processo di trasformazione del glucosio in glicogeno e si attiva quando la concentrazione del glucosio nel sangue è eccessiva, solitamente dopo un pasto. Il processo inverso, invece, viene definito glicogenolisi e si verifica quando nel sangue è presente una bassa quantità di glucosio, mentre il fegato attiva la gluconeogenesi quando vi è un’eccessiva carenza di glucosio, ad esempio dopo un prolungato digiuno.
Nel metabolismo dei grassi, il fegato è coinvolto nella trasformazione e sintesi dei trigliceridi e del colesterolo, delle sostanze che nonostante la loro connotazione negativa sono essenziali per il corretto funzionamento dell’organismo. Il fegato sintetizza il colesterolo, che ha il compito di mantenere intatte le membrane cellulari, e i trigliceridi che mantengono costanti i livelli di energia nell’organismo. Nel metabolismo delle proteine, il fegato è responsabile della produzione dell’albumina e dei fattori di coagulazione. L’albumina svolge tre importanti funzioni: trasportare ed eliminare le sostanze di scarto espulse con le urine come ormoni, acidi grassi, mantenere in equilibrio la pressione osmotica e creare una riserva di amminoacidi utili per l’organismo. Per quanto riguarda i fattori di coagulazione, il fegato è coinvolto nella produzione di trombina e di fibrinogeno, due sostanze che hanno lo specifico scopo di fermare le emorragie in caso di ferite.
La funzione detossicante del fegato:
Esso è un organo che viene molto spesso definito come lo “spazzino dell’organismo”, infatti elimina alcune sostanze tossiche particolarmente pericolose per il corretto funzionamento dei reni e di altri organi. Il fegato metabolizza l’alcool e gli altri alimenti dannosi, trasformandoli e rendendoli meno nocivi, cosicché i reni o la bile possano rimuoverli facilmente. Trasforma anche l’ammoniaca, l’emoglobina e la bilirubina in urea, una sostanza che viene eliminata dai reni attraverso le urine. La ghiandola epatica è anche coinvolta nella metabolizzazione delle sostanze chimiche, in particolare dei farmaci, consentendo così il rilascio dei loro principi attivi.
Le patologie del fegato:
Come abbiamo precedentemente osservato, la ghiandola epatica svolge diverse funzioni fondamentali per l’organismo, ma cosa succede se il fegato si ammala? Le patologie del fegato sono diverse e vengono classificate in:
– malattie epatiche acquisite,
– malattie epatiche ereditarie;
– malattie epatiche autoimmuni.
Le malattie del fegato o malattie epatiche più comuni sono chiamate comunemente epatiti e si caratterizzano per un’infiammazione del fegato causata da virus, alcool, farmaci, ecc. Le epatiti infettive vengono causate da microrganismi patogeni e si classificano in: A, B, C, D. L’epatite A è una malattia acuta del fegato provocata dal virus HAV e insorge quando si assumono alimenti o liquidi contaminati da feci infette. Le cause più comuni dell’epatite A sono: scarsa igiene, assunzione di pesce crudo, rapporti sessuali non protetti e scambio di siringhe usate. L’epatite A è quasi sempre asintomatica e per evitare di contrarla è opportuno vaccinarsi se ci si reca in zone come sud-est asiatico, America Centrale, Caraibi dove è particolarmente diffusa. L’epatite B viene causata dal virus HBV e i principali fattori di contagio sono i rapporti sessuali non protetti, la condivisione di spazzolini e rasoi o di siringhe. Per contrarre il virus bisogna essere esposti al sangue o ai fluidi corporei di persone infette; si presenta con vomito, diarrea, nausea e l’ittero, una colorazione giallastra della cute e degli occhi. Per curarla si possono usare farmaci antivirali e interferone, in alcuni casi può trasformarsi in cronica o acuta. L’epatite C, come la B, si contrae entrando a contatto con il sangue di persone infettate dal virus HCV; è una malattia asintomatica, ma la sua cronicizzazione potrebbe portare alla cirrosi epatica. L’epatite D si sviluppa solo nelle persone già affette da epatite B, è una malattia molto grave e in alcuni casi può portare anche alla morte. Tra le malattie epatiche acquisite bisogna assolutamente menzionare la cirrosi epatica, una patologia provocata dall’abuso di alcool e dall’infezione cronica da epatite C; questa malattia si caratterizza per un progressivo deterioramento della struttura delle cellule del fegato, che si trasformano in tessuto cicatriziale pregiudicandone la funzionalità. La cirrosi epatica può portare anche alla morte, ma la scienza medica negli ultimi decenni ha sviluppato alcune terapie in grado di limitare o rallentare il decorso della malattia.
Per quanto riguarda invece le malattie del fegato ereditarie, troviamo l’emocromatosi ereditaria, la malattia di Wilson, la glicogenosi di tipo II, il deficit di alfa-1-antitripsina e la sindrome di Gilbert. La più comune patologia ereditaria del fegato è l’emocromatosi ereditaria che si manifesta solitamente negli individui con un’età compresa tra i 40-45 anni, e viene diagnosticata quando nel sangue sono presenti altissimi livelli di ferro. L’accumulo di ferro determina una progressiva distruzione degli epatociti compromettendo le funzionalità epatiche.
Le malattie autoimmuni del fegato si presentano quando il sistema immunitario aggredisce per sbaglio organi, tessuti e cellule e provocano un’infiammazione cronica delle cellule epatiche e dei dotti biliari. Le patologie autoimmuni della ghiandola epatica sono: cirrosi biliare primitiva, epatite autoimmune e colangite sclerosante primitiva.