L’autismo è un disordine cerebrale complesso che si manifesta già dalla prima infanzia, provocando problemi sociali di diversa entità, a seconda della gravità con la quale colpisce. Lo sviluppo dell’individuo ne risente in generale, soprattutto per quanto riguarda il modo di interagire con le altre persone.
I problemi legati all’autismo si possono raggruppare in 3 principali categorie:
- Ripetitività di comportamenti. Questa tendenza porta ad un attaccamento esagerato ad abitudini sia comportamentali che legate al movimento, così come all’ossessione verso alcuni oggetti, apparentemente insignificanti ma da cui la persona autistica è inseparabile.
- Difficoltà di interazione. Spesso chi soffre di autismo appare disinteressato nei confronti dell’ambiente circostante, chiuso nel proprio mondo. Questa difficoltà di interazione con gli altri si manifesta soprattutto quando si trova a dover partecipare a giochi di gruppo o condividere emozioni e sensazioni. Così come il bambino autistico non mostra le proprie emozioni, allo stesso motivo fatica a comprendere quelle degli altri.
- Problemi di comunicazione. Questa difficoltà riguarda sia l’espressione verbale che quella non verbale. Quella verbale, alcune volte, è del tutto assente; in altri casi, la ripetitività comportamentale si manifesta anche con l’uso delle stesse parole e degli stessi gesti inappropriati.
Autismo infantile
Come accennato, spesso l’autismo si manifesta nella prima infanzia, in particolare tra i 18 e i 36 mesi, ma addirittura fin dalla nascita è possibile notare qualche primo segnale di allarme. I genitori solitamente sono i primi ad accorgersene, in quanto notano che le basi dello sviluppo non seguono il normale processo. Le abilità di base includono quelle fisiche (gattonare e camminare), sociali (sorridere e giocare) e comunicative (gesticolare e parlare). Quando i piccoli step non vengono raggiunti nei tempi previsti, ci potrebbe essere un ritardo nello sviluppo per il quale sarebbe meglio richiedere il parere medico.
Autismo: sintomi
Dai primi mesi di vita il bambino può mostrare alcuni segnali di ritardo nello sviluppo, che potrebbero essere i sintomi dell’autismo. In particolare, bisogna fare attenzione se a 6 mesi il bambino non ha alcuna espressione facciale e non sorride e se, a 9 mesi, non emette alcun suono. Compiuto l’anno d’età il bambino dovrebbe iniziare a parlare o almeno a farsi capire dalla mamma, anche con qualche gesto. Se non lo fa, così come se non pronuncia alcuna parola a 16 mesi, si potrebbe essere in presenza di qualche segnale d’allarme. Inoltre, se a 2 anni non cerca di ripetere le frasi che sente dalle persone che lo circondano, è meglio richiedere il parere di un medico.
Trascorsi i 24 mesi, può capitare che il bambino abbia deficit nel linguaggio, quando ormai dovrebbe avere una certa padronanza della lingua; può dimostrare anche difficoltà di interazione con gli altri bambini. Questi sintomi non vanno in alcun modo sottovalutati.
Tuttavia, nonostante i primi sintomi possano essere fonte di dubbio già dai primi mesi, è intorno ai 3 anni che solitamente viene diagnosticato l’autismo. Non bisogna dimenticare che prima viene diagnosticato, minori saranno i danni per il bambino e il suo sviluppo. Se addirittura il disturbo viene diagnosticato entro i 12 mesi, si può agire con un trattamento intensivo in grado di ricalibrare il cervello e ridurre i sintomi.
Da non dimenticare che l’autismo si manifesta con dei sintomi inizialmente difficilmente individuabili. I genitori non troveranno comportamenti anormali, piuttosto dovranno fare attenzione qualora notassero l’assenza di comportamenti normali. Tra questi, soprattutto nei primi mesi d’età, rientrano: sorridere al suono di una voce familiare, seguire con lo sguardo qualcosa in movimento, cercare di afferrare un oggetto.