La miopia è quel difetto refrattivo per cui i raggi luminosi che entrano dalla pupilla convergono al davanti della retina, per un eccessivo potere convergente dei mezzi diottrici, o per una eccessiva lunghezza del bulbo. Si stimano 80 milioni di bambini miopi nel mondo, con una più alta prevalenza nelle razze Asiatiche, per cui la miopia è considerata una malattia ad alto impatto socio- economico.
La miopia di grado lieve è detta semplice, insorge in età scolare e si stabilizza nella seconda decade di vita; circa il 95% dei pazienti miopi rientrano in questa categoria. La miopia di grado elevato superiore cioè alle 6 diottrie o con una lunghezza assiale superiore a 26.5 mm, viene detta patologica, ed è caratterizzata da elevata familiarità, insorgenza in età precoce e forte tendenza alla progressione. La miopia patologica (MP) è una delle maggiori cause di cecità legale nei Paesi Industrializzati e si stima fra la quinta e la nona causa di cecità più frequente a livello mondiale. L’evoluzione degli strumenti diagnostici, in particolare della tomografia a radiazione coerente (OCT), ha permesso una maggiore conoscenza dei cambiamenti patologici che avvengono nella MP, sia a livello maculare che del nervo ottico. Inoltre, l’OCT è diventato un fondamentale strumento nella diagnosi e nel follow up delle complicanze che i pazienti possono sviluppare.
È stata dimostrata un’aumentata associazione fra MP e glaucoma. Tuttavia, la diagnosi di glaucoma in un paziente fortemente miope non è semplice, perchè ostacolata da un alto tasso di falsi positivi tali per cui i pazienti miopi possono essere impropriamente trattati. Il nervo ottico negli occhi miopi subisce una serie di cambiamenti morfologici, alcuni di questi molto simili a quelli del glaucoma; l’area peripapillare presenta un’ampia zona di atrofia peripapillare (PPA), detta crescente miopico, una testa del nervo ottico con dimensioni maggiori (megalodisco) e alterato asse di inserzione, un’aumentata escavazione e una riduzione della rima neurale.
La cataratta costituisce invece un invecchiamento naturale del nostro cristallino. Il cristallino è una lente che noi abbiamo all’interno dell’occhio con la grandissima capacità di essere uno dei nostri più importanti sistemi diottrici intraoculare. Funge da lente, come lo zoom della macchina fotografica che si sposta per farci vedere da lontano e da vicino. Col passare del tempo inizia ad invecchiare partendo dagli strati più esterni per arrivare agli strati più interni. La cataratta quindi non va intesa come una “patologia”, ma va intesa come un qualcosa di naturale nel decorso della nostra vita. È ovvio che ci possono essere delle cataratte giovanili che vengono per particolare tipi di problemi (utilizzo di cortisone, diabete, traumi, queste possono essere definite patologie) ma la cataratta che si sviluppa in una persona anziana come normale decorso della vita e invecchiamento di questa struttura che è il cristallino, non va inteso come una vera e propria patologia.
L’intervento di cataratta è un intervento invasivo, ma con le metodiche moderne dà ottimi risultati e la maggior parte dei pazienti restano soddisfatti. Non viene fatto altro che togliere il cristallino vecchio e sostituirlo con un cristallino artificiale. Viene adagiato all’interno con un cuscino costituito da due capsuline che lo contengono, e il cristallino nuovo va posizionato all’interno di queste capsule. L’età indicativa di deterioramento è intorno ai 65 anni circa, ma ci sono anche persone che arrivano a 80 anni vedendo 10/10 senza bisogno di fare interventi di cataratta.
Il primo sintomo della cataratta è l’abbassamento drastico della vista, di solito graduale. Tuttavia molto spesso il paziente non se ne rende conto perché può colpire prima un occhio e poi l’altro. Spesso chi guida di notte riferisce un alone luminoso attorno ai fanali, quindi fastidio nei confronti delle luci: questi annebbiamenti visivi sono i primi segni della cataratta. La cataratta non va operata fin quando non si ha un calo della vista abbastanza notevole, intorno ai 6/10, perché è sempre un intervento chirurgico, quindi si valuta i rischi e i benefici nel portare il paziente in sala operatoria. La cataratta in pratica è come se rendesse più miope il paziente. Molti pazienti hanno una miopia che viene detta miopia d’indice che non è altro che l’avanzare della cataratta. Chi è già miope da giovane ha più probabilità di avere un invecchiamento precoce: la miopia è uno dei fattori di rischio della cataratta, così come lo è il diabete, e l’utilizzo del cortisone. Chi è già miope da giovane è necessario che si sottoponga ai controlli della vista almeno due volte l’anno. Normalmente però la visita oculistica deve essere fatta a bambini, adulti, soggetti anziani, a seconda delle patologie, almeno una volta l’anno.
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