La visita oculistica consiste nel fare uno screening delle patologie comuni quindi per valutare eventuali problematiche e seguire i pazienti in caso di particolari malattie.
In cosa si compone? Si comincia con un’anamnesi generale del paziente per valutare quali sono le sue specifiche problematiche dal punto di vista sistemico e poi si valuta quali sono i problemi dal punto di vista oculare. Il primo esame al quale solitamente viene sottoposto il paziente è un’esame della vista, che consiste nella valutazione della vista sia da vicino, per valutare le problematiche inerenti la presbiopia, che da lontano, così da stabilire la correzione più adatta al paziente.
Successivamente si misura la pressione dell’occhio. Le metodiche più utilizzate per misurare la pressione intraoculare sono tramite il tonometro ad applanazione, oppure tramite il tonometro a soffio https://erektile-apotheke.de/.
La metodica ad applanazione utilizza un conino composto da una sondina che viene messa direttamente a contatto con l’occhio e dalla quale si valuta qual’è la pressione che l’occhio trasmette, a seconda di quella che noi mettiamo con il conino ad applanazione.
La metodica a soffio, invece, butta un soffio d’aria che la cornea rimanda indietro e da lì viene misurata considerando l’interposizione dell’aria che comunque c’è tra occhio e strumento. Può capitare che durante la misurazione il paziente, sentendo il soffio involontariamente strizzi l’occhio, causando un aumento erroneo della pressione intraoculare. Nel caso in cui sia presente una pressione intraoculare che l’oculista valuta essere più alta del normale, si tende a valutarla con la metodica ad applanazione in modo da escludere qualsiasi dubbio.
Durante la visita di controllo al paziente vengono instillate delle gocce che servono a dilatare la pupilla, atte alla valutazione delle patologie del fondo dell’occhio. Dopodiché viene valutata la biomicroscopia, vale a dire l’esame a lampada fessura della parte anteriore dell’occhio quindi valutazione della specularità e della trasparenza della cornea. Prima di stillare le gocce viene valutato anche il comportamento del forame pupillare rispetto gli stimoli luminosi, la profondità della camera anteriore, cioè lo spazio che c’è tra lo parte posteriore della cornea e la parte del foro pupillare. Dopodiché attraverso la lente di Bowman, una particolare lente a contatto di grosse dimensioni, si valuta il fondo dell’occhio. Mettendo questa lente a contatto con l’occhio il medico specialista può infatti analizzare tutta la periferica retinica con maggior dettaglio.
Per quanto riguarda i bambini si fanno anche altri tipi di indagini che sono la stereopsi, ossia la valutazione attraverso dei test della visione tridimensionale. I più utilizzati sono il test di Lang ed il TNO, nei quali viene valutata anche la motilità oculare per controllare che gli occhi seguano tutti la stessa direzione nelle 9 posizioni di sguardo. Nei bambini si hanno molto spesso dei deficit di convergenza, vale a dire che gli occhi non riescono nello sguardo da vicino a convergere verso il naso. Questo deficit può causare nell’età adulta anche delle problematiche come mal di testa che non possono essere diagnosticate se l’oculista non valuta questo aspetto.
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