Campo visivo e pachimetria corneale
Durante il campo visivo, conosciuto anche come campimetria, al paziente viene prima valutato un occhio e poi l’altro e per ogni occhio la valutazione può durare anche più di 15/20 minuti.
L’esame di focalizza sull’analisi della funzionalità dell’occhio, cioè la soglia di visione.
Il campo visivo cos’e’ e a cosa serve?:
il campo visivo quindi è un esame che valuta l’occhio, in particolar modo l’estensione massima oculare, dal centro alla periferia, entro cui la persona riesce a vedere e quindi a riconoscere degli stimoli visivi presentati e quindi capire se si è in presenza di un campo visivo ridotto.Lo studio del campo visivo computerizzato puo’ essere condotto sia monocularmente (un occhio alla volta) che binocularmente (con entrambi gli occhi aperti).Quest’ultima modalità viene eseguita per fini medico legali.Il campo visivo binoculare puo’ essere richiesto dal medico in occasione del rinnovo della patente di guida oppure per quantificare il residuo visivo nelle procedure che conducono alla certificazione di invalidità e cecità civile.
Lo svolgimento dell’esame campo visivo avviene con la correzione da vicino: il paziente deve quindi avere preferibilmente i referti della visita oculistica nella quale viene identificata la sua correzione per leggere, quindi per guardare da vicino.La richiesta deve contenere il valore di correzione ottica (lenti) da utilizzare durante l’esame:se una persona porta occhiali per la visione per lontano o per vicino, in questo caso occorre tenerne conto durante la preparazione all’esame. All’inizio dell’esame si chiede al paziente di guardare in un punto fisso e si accendono, con intervalli più o meno regolari, delle lucine; quando il paziente vede la lucina che si accende, clicca per avvisare che ha visto il segnale luminoso. Successivamente vengono valutati quanti falsi positivi e negativi ci sono stati, ossia quante volte il paziente ha cliccato pure non essendoci la luce accesa e quante volte non ha cliccato pur essendoci la luce accesa.Esistono diversi programmi di esame, che testano estensioni di visione diverse: ad esempio 24° , 30°, 120° ecc..
Attraverso lo studio del campo visivo si possono vedere vari tipi di patologie e fare anche una prima diagnosi sull’entità di un eventuale danno da glaucoma nel paziente e in base a ciò si valuta la terapia più adeguata.
La pachimetria corneale è uno degli esami per la diagnosi del glaucoma.Misura lo spessore corneale, dato fondamentale per la precisa valutazione della pressione oculare.Più la cornea è spessa, maggiori saranno i mm di Mercurio che l’oculista dovrà sottrarre al valore pressorio rilevato con il tonometro; al contrario, un minore spessore corneale corrisponderà ad un aumento dei mm di Mercurio.Si tratta di un esame di rapida esecuzione (pochi minuti), previa instillazione di una goccia di collirio anestetico, che non altera la qualità visiva nel post esame.Si effettua tramite una sondina che viene posta a contatto della cornea per pochi istanti.