Prima di affrontare il tema risonanza e artrosi, andiamo a capire esattamente di cosa stiamo parlando.
L’artrosi è una malattia degenerativa che interessa le cartilagini; l’artrosi al ginocchio riguarda in particolare le cartilagini del femore e della tibia. La cartilagine è uno speciale tessuto che protegge le estremità ossee per attutirne gli impatti e ridurre le conseguenze dell’usura. Quando la cartilagine si consuma, non può più svolgere le sue normali funzioni; di conseguenza, con il tempo, le ossa non sono più protette e si danneggiano. La persona interessata dapprima avverte qualche dolore, con infiammazioni e gonfiori, successivamente è limitata nei movimenti.
Ad essere colpiti dall’artrosi sono soprattutto gli anziani, soprattutto le donne over 60, ma ciò non esclude la possibilità che vi siano soggetti anche i più giovani.
Artrosi primitiva e secondaria
Tra le varie patologie del ginocchio, l’artrosi è una malattia che tende a peggiorare nel tempo. Parliamo di artrosi primitiva quando le articolazioni, in questo caso il ginocchio, eccessivamente sovraccaricato o semplicemente invecchiato, risultano usurate. Ci troviamo di fronte all’artrosi secondaria quando la malattia è una conseguenza di un intervento chirurgico, di un trauma o di altre situazioni patologiche (fratture, infezioni, malattie reumatologiche, deformità scheletriche).
Risonanza e artrosi: come procedere
L’artrosi al ginocchio è facilmente diagnosticabile ai raggi X. Per questo, la risonanza alle articolazioni è uno strumento efficace per individuare eventuali patologie presenti. Tutte le componenti del ginocchio, come cartilagine, menischi, tendini, legamenti, possono essere analizzate nel dettaglio grazie alla risonanza.
La visita non dura oltre i 30 minuti e, se non viene utilizzato alcun mezzo di contrasto, la preparazione del paziente non richiede particolari attenzioni. Allo stesso modo i rischi sono praticamente nulli. I risultati si possono ottenere in pochissimi giorni; la diagnosi è fondamentale per valutare ogni componente dell’articolazione del ginocchio, in particolare le condizioni di:
- L’estremità del femore
- I legamenti
- I tendini
- La membrana sinoviale
- Le borse sinoviali
- La rotula
- L’estremità della tibia
Si rende necessario l’utilizzo del mezzo di contrasto, ossia un farmaco iniettato nel paziente, quando c’è bisogno di una diagnosi più specifica. I risultati che si ottengono sono delle immagini in 3D con maggiori dettagli di una risonanza magnetica convenzionale, cioè senza l’utilizzo del mezzo di contrasto.
Come si svolge la risonanza al ginocchio?
Il paziente viene invitato a distendersi sul lettino oppure ad appoggiare solamente la gamba interessata; se soffre di claustrofobia, è preferibile che scelga il secondo metodo, in modo da non doversi inserire completamente nel macchinario.
Tale procedura avviene non prima che il paziente si sia tolto qualsiasi oggetto o indumento vietato. Mentre si mantiene completamente immobile, inizia l’esame. Questo può essere rumoroso, infatti il medico può fornire al paziente eventuali tappi per le orecchie. In totale, la visita dura circa 25-30 minuti ed è completamente innocua per il paziente che vi si sottopone. Le onde radio non sono rischiose, tant’è che la visita è ripetibile più volte. Nel caso in cui si impieghi il mezzo di contrasto, può capitare che il paziente avverta un leggero mal di testa, sensazioni di nausea e/o vertigini.
Artrosi e risonanza: possono farlo tutti?
Non tutti coloro che avvertono fastidi o dolori al ginocchio possono sottoporsi alla risonanza. In particolare, chi presenta dispositivi metallici come pacemaker, neurostimolatori, protesi e suture metalliche, apparecchi acustici, … non può sottoporsi alla risonanza.
Nel caso di utilizzo del mezzo di contrasto, i requisiti e le attenzioni da rispettare sono un po’ più restrittivi; consigliamo di rivolgersi al proprio medico curante per le informazioni relative ai singoli casi.